"Credo che le parole siano importanti, mai sottovalutarne la
forza. E non lo sono per loro stesse, ma per ciò che
riescono a determinare nella vita delle persone".
Inizia così un viaggio particolare, descritto e diretto
con maestria da Alessandro Prandini.
Le parole hanno un valore, che il protagonista, Lorenzo,
scopre in tutta la loro forza attaraverso le pagine di un'agenda
ricevuta in eredità.
Un diario di viaggio scritto durante un soggiorno a
Bologna, ‘Città invisibile’ “più
ingannatrice di Dorotea, più sfuggente di Zaira, più
misteriosa di Tamara”.
Passato e presente si intersecano delineando strade a volte
misteriose. La vita di Ascanio, zio del giovane, si esprime in
tutta la sua bellezza tra episodi trascorsi che riprendono vita
grazie ai ricordi degli antichi amici. Lavoro e amore si
annodano come una cravatta stretta che soffoca il proprietario e
scapperà pur di non sopperire. Ma il tempo nonha
cancellato del tutto i segni.
Una narrazione che assume come proprio oggetto
l'atto stesso del raccontare, perciò Lorenzo si troverà a
che fare con dubbi, sospetti e nuove conoscenze, come la bella
Lucrezia; moglie del socio dello zio che sarà ritrovata senza
vita nella sua suite all'hotel Exodus durante i lavori di
un'importante conferenza di architettura. Ciò darà
vita ad un indagine, capeggiata dal commissario Scozia e la sua
vice Sara Fiorentino. Una vicenda strana che muove i passi in
un passato non troppo lontano, ma intriso di vicende oscure e
domande dalla difficili risposte.
Un libro giallo ben scritto, capace di rapire il lettore sin
dall'inizio, con paesaggi magici e personaggi ben definiti di cui
si riescono a cogliere luci ed ombre durante la lettura. Una storia
incalzante dal ritmo pacevole e dove non mancano i colpi di
scena.Le riflessioni di Lorenzo e del commissario
accompagnano la storia di Ascanio, rendendolo un romanzo nel
romanzo.
Fabiana Traversi